martedì 6 maggio 2014

interview with Francesco Casolari



I paesaggi incisi da Francesco Casolari, bolognese classe 82, rappresentano un paradosso, un mondo antico e tecnologico, dove da ogni singola linea prendono vita paesaggi metropolitani. L'artista nella sua visione fantascentifica incanala la visione steam-punk partendo da città contemporanee con una proiezione nel futuro. La tecnica utilizzata è l'incisione, un processo minuzioso che richiede molto tempo prima di arrivare all'opera completa. Di seguito una breve intervista con Francesco Casolari per approfondire questa tecnica e il suo lavoro artistico.


Chi è Casolari Francesco? Ricordi il giorno in cui hai detto "ora sono un artista"?

Francesco Casolari è un ragazzo ordinario a cui piace stare con gli amici, nuotare e avere le ultime novità in fatto di streetwear; che però di lavoro disegna città utopiche. Avendo disegnato e inciso fin da piccolo, penso di essere sempre stato un artista, anche se da grande pensavo di fare tutt'altro. E' un hobby che si è trasformato in un lavoro: persone di talento come Fede Piva, proprietario della Bloodyfrog, mi hanno incoraggiato a disegnare. Forse mi sono sentito un artista alla prima mostra con la galleria Case Aperte a 23 anni. Qualche giorno fa, dopo la fantastica collaborazione con l' azienda Keyhole, vedere le mie t-shirts in tanti negozi e sulle piattaforme online mi son detto: " Ora sono un designer ". Sicuramente più che sentirmi un artista, mi sento di far parte di una comunità di creativi: artisti, fotografi, architetti, designer, stilisti, galleristi, collezionisti. Un micro-mondo che si influenza a vicenda, di cui ognuno da' una propria versione, ma con un solido background comune.

Mi puoi spiegare qual' è il processo per produrre un' incisione? Quanto tempo richiede?

L' incisione parte incidendo una lastra di zinco ricoperta di cera con un bulino, una sorta di matita che termina con un ago di ferro. Dopo aver disegnato tutta la lastra la si immerge nell' acido. L' acido corrode dove non c' è la cera, lungo i tratti del disegno inciso dal bulino. Abbiamo così una lastra cromata con inciso tutto il disegno. Si spalma la lastra con l' inchiostro, che entra nei canaletti del disegno,creati dalla corrosione dell' acido. Si ottiene quindi una specie di enorme timbro: la matrice, su cui si appoggia sopra un foglio di carta che poi si passa sotto un rullo, il torchio. Per pressione il disegno dalla matrice passa al foglio, ottenendo la stampa. Con questo processo si creano dalla matrice vari multipli di stampa. Questa tecnica dell' incisione viene chiamata acquaforte. Io faccio acquaforti di grandi dimensioni circa 1mX1,5m, per produrre queste opere ci impiego 1300 ore, 8 mesi di lavoro. Grazie alla possibilità di essere prodotto negli ultimi anni dalla Stamperia 74/b, un' eccellenza italiana riconosciuta a livello internazionale, il livello tecnico, di stampa e progettuale si è notevolmente alzato.

I tuoi soggetti sono città del futuro, questa tua visione avveniristica contraddistingue i tuoi lavori. Come nascono le opere?

Immaginare il futuro è interessante, ancora più interessante darne una visione positiva e alternativa da quello catastrofico che prevediamo. Sicuramente autori come Moebius ed Enki Bilal hanno influenzato il mio modo di disegnare, come l' artista eBoy. Le mie opere nascono dalla mia voglia di disegnare, ascoltare della buona musica elettronica in cuffia, e divagare disegnando strutture, giungle e personaggi. Mi rilassa molto. Recuperare moduli architettonici del passato attraversati da astronavi, mixare storia e futuro lo trovo divertente.

Come giovane artista hai partecipato a fiere e manifestazioni, cosa significano per te e che ruolo hanno nel tuo percorso? Come ultima tappa il Laguna Art Prize ad esempio.


Forse di base la contentezza di far parte di un circuito, in cui sono entrato in punta di piedi. In Italia musei, fondazioni, concorsi, gallerie, manifestazioni creano un sistema molto buono per l' arte e la cultura. Secondo me il sistema è più florido di quello che si pensa. Per un artista è difficile avere un percorso artistico senza gallerie d' arte che ti sostengono, per fortuna ho tre gallerie con cui collaboro, molto valide: Galleria Case Aperte (Bologna), Bi-Box Art Space (Biella) e Galleria 74/b (Milano). Il Museo dell' Arsenale è stata una bella conferma per me, quest' estate con la Galleria 74/b partecipo a una serie di collettive di grafica in giro per il Giappone: prima tappa Tokyo. Esporre dove il futuro non si immagina, ma è già presente, sarà la prossima avventura artistica.





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