giovedì 5 settembre 2019

Interview with Davide La Montagna

Davide La Montagna è un giovane artista italiano, classe 1992, vive e lavora in Piemonte. I suoi lavori indagano la sottile differenza dei sentimenti, l'ambiguità semantica ed espressiva, fra il malinconico e il patetico, l'emozionale e il sensibile. Le opere evocano la memoria attraverso un senso di fragilità dato dall'intimità dell'approccio che avvicina lo spettatore. Di seguito l'intervista con Davide.


Chi è Davide La Montagna e il suo percorso per diventare artista?
Sono un ragazzo nato a Rivoli nel 1992, dove tutt’ora abito. Ho frequentato l’Istituto Statale d’Arte Aldo Passoni di Torino con indirizzo di restauro delle opere pittoriche, per poi iscrivermi in Accademia Albertina al corso di Pittura di Marco Cingolani, infine laurearmi nel 2016 con un libro d’artista in cui sono contenuti disegni di sirenette.

Dalla Sirenetta a Scream Relaxes Me So, una serie di vestiti di seconda mano, utilizzi differenti medium espressivi, cosa caratterizza la tua sperimentazione artistica?
I disegni della Sirenetta sono, per certi aspetti, degli autoritratti. Il personaggio inventato da Hans Christian Andersen, oltre a essere senza nome, è senz'anima -come la maggior parte degli esseri fittizi/folkloristici che vengono associati all'elemento dell'acqua. Soffrono ma non possono piangere perché senza lacrime, spariscono, non lasciano tracce se non lo desiderano. Sono libere di viaggiare tra due mondi diversi: quello a noi conosciuto e un altro oscuro e ignoto. La diversità naturale tra la creatura immaginifica mezza ragazzina mezza pesce è la ragione stessa per cui soffre. Non potendo avvicinarsi al suo amore si sacrifica diventando spuma marina. Indubbiamente lo sforzo immaginativo è un requisito necessario per approcciarsi ai miei lavori: tendo ad accentuare particolari e a nasconderne altri. Nel caso dei vestiti di seconda mano, essi rimangono quello che sono, ossia accessorio per coprirsi ma ormai indesiderati perché venduti dai suoi ex proprietari. Lavandoli per l’ultima volta cancello le tracce passate e lascio spazio al tempo di fluirci addosso, di riviverli. Installati a terra e piegati rimandano ad una dimensione domestica, affettiva, in cui i tuoi stessi vestiti sono probabilmente lavati da una madre sconosciuta, piegati e impilati per esser successivamente infilati in un armadio. Esattamente in quel momento intervengo inserendo delle perle tra le pieghe dei vestiti stessi: un elogio simbolico alle figure materne e femminili in generale, ma anche un incipit legato alla nascita della perla stessa, ossia una violenza, un’invasione barbarica. La mia ricerca è prevalentemente incentrata sull’idea di amore nelle sue varie e possibili declinazioni: dalla morte, alla sparizione, alla dedizione… Tendo a focalizzarmi sulle forme ritualistiche estrapolate dal contesto quotidiano, sui processi che consumano, tempo che spesso lasciano solo tracce di un passaggio.



Lascio il nulla a nessuno è la tua prima personale presso lo spazio Almanac dove vengono esposti lavori differenti ma in dialogo fra loro. Cosa caratterizzava la mostra e i lavori esposti?
L'intera mostra è pensata per girare attorno ad una parola sola: rosa. Partendo dalla celeberrima tautologia di Gertrude Stein ''una rosa è una rosa è una rosa è una rosa'', ho messo assieme produzioni diverse che dialogassero tra loro per creare una ridondanza linguistica: il monocromo parietale B8 C3 (2019) è realizzato con i colori dei fiori (verdi e rosa), il balsamo pennellato su una delle due tele è il risultato del processo di estrazione degli oli essenziali, che io stesso realizzo, di rosa e lavanda. A terra Beauty's Summer (2018), versione rosa della serie in cui trituro fiori selezionati per il loro colore dopo il loro naturale processo di essiccazione. I due portagioie, A2 e A1, sono dei servi muti che custodiscono il loro contenuto per contrastare il loro Inesorabile destino, ossia quello di svanire lentamente. Il titolo della mostra, invece, è estratto da una poesia di Jorge Luis Borges, intitolata ‘’il suicida’’ dalla raccolta ‘’La Rosa profonda’’, in cui il personaggio della poesia in tono sommesso dice addio alla notte, alle stelle e alle piramidi, facendoci capire che non resterà più nulla dopo di noi. Esattamente come il triste personaggio, ho deciso di utilizzarne la parte più significativa per me in relazione alla mia pratica: tutti i lavori presenti in mostra, nel corso stesso della mostra, subiscono variazioni, perdite, per poi sparire lasciando solo ricordi o piccoli dettagli.

Mi parli del tuo progetto alla residenza presso i BoCs Art di Cosenza?
Per BoCs Art ho deciso di portare un lavoro che fa parte di una serie a cui sto lavorando dal 2017, ossia un portagioie con all’interno un’ampolla riempita di olio essenziale di bergamotto (A2). Assieme a questo lavoro ho deciso di lavorare a due produzioni nuove, ossia a Untitled (Lovers Amassed on the Square), un divano rotto trovato per le strade di Cosenza avvolto in coperte, e a Talk to Me (Like Lovers Do), una sedia ritrovata nei pressi dei BoCs stessi e anch’essa avvolta in una coperta. Ogni BoCs ha una finestra grande quasi quanto l’intera costruzione e vista dall’interno incornicia la vista richiamando un dipinto romantico. Da qui ho deciso di scrivere/disegnare con un rossetto rosso i simboli delle carte da gioco francesi, nell’ordine del fantomatico detto ‘’come quando fuori piove’’ (Untitled (H.D.C.S.))


Beauty's Summer, 2018, 50 rose e orchidee rosa essiccate, dimensioni variabili, courtesy l'artista e Almanac, ph. Sebastiano Pellion di Persano
Faraway Love, 2019, 40 rose rosse essiccate, dimensioni variabili, C3, 2017, portagioie, ampolla riempita di olio essenziale alla lavanda, 22,5 x 12,5 x 9 cm
Scream Relaxes Me So, 2018Vestito di seconda mano, perle, 25 x 33 x 3 cm
A2, 2019, portagioie, ampolla riempita di olio essenziale al bergamotto, 19 x 20 x 6,5 cm, Courtesy l’artista, ph. Jacopo Belloni

Talk To Me (Like Lovers Do), 2019, Sedia rotta, coperta, 95 x 50 x 43 cm, Courtesy l’artista, ph. Jacopo Belloni
Untitled (Lovers Amassed on the Square), 2019, Divano rotto, coperte, 80 x 78 x 190 cm, Courtesy l’artista, ph. Jacopo Belloni
Untitled (Heart), 2019, Rossetto, dimensioni variabili, Courtesy l’artista, ph. Jacopo Belloni
B8 C3, 2018, Tessuti verdi e rosa intelaiati, pomata con oli essenziali di rosa e lavanda, 150 x 288 cm
Courtesy Almanac e l’artista, ph. Sebastiano Pellion di Persano

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