lunedì 24 dicembre 2018

Interview with The Cool Couple

 The Cool Couple è un duo artistico formato da Niccolò Benetton e Simone Santilli, la cui ricerca è caratterizzata dalla contemporaneità degli avvenimenti che ci circondano.  Attraverso differenti media prendono vita i loro progetti caratterizzati da un ironica critica basata sulle immagini. I loro lavori sono stati esposti in numerose sedi tra cui presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, il MAMBO, il MACRO e il Discovery Award al festival Les Rencontres des Arles. Di seguito vi propongo la mia intervista a TCC.


Chi sono The Cool Couple e qual è il percorso che vi ha portato a diventare artisti? quando vi siete incontrati? 
The Cool Couple è composta da Niccolò Benetton (1986) e Simone Santilli (1987). Siamo entrambi veneti, ma non ci siamo conosciuti fino al 2011, quando abbiamo frequentato assieme il master in fotografia e visual design di NABA. Precedentemente avevamo studiato rispettivamente filosofia a Bologna e arti visive allo IUAV di Venezia. Inizialmente non avevamo la certezza che avremmo fatto gli artisti: l'arte ci interessava, ma per metodo e approccio eravamo più inclini ad aprire uno studio di comunicazione che, collateralmente, producesse della ricerca artistica. Tuttavia, come spesso accade, i piani vanno a rotoli e l'arte ha letteralmente preso il sopravvento sul resto delle nostre vite.

Il vostri progetti iniziano da una fase preliminare di ricerca da cui prende forma l'opera. Come avviene questo processo e cosa la caratterizza? 
Non sappiamo se la ricerca è una fase preliminare del progetto, perché solitamente marca l'inizio dei lavori. Di preliminare c'è piuttosto il fatto che siamo sempre ricettivi e molto curiosi. Cerchiamo, è vero, ma senza una direzione. Sappiamo cosa ci interessa, ma ci piace anche andare alla deriva. Quando due o più cose si connettono o sentiamo che c'è qualcosa che vale la pena investigare, allora scatta la ricerca, che può durare anche anni, a volte. Questo momento di studio e approfondimento è estremamente utile anche per saggiare la solidità di un'idea e far scemare la fascinazione e l'entusiasmo iniziali, così che possiamo guardare un'idea per quello che è. Solitamente non abbiamo delle regole con cui la ricerca si sviluppa: l'unica cosa che ci interessa è verificare una tesi iniziale e, nel farlo, vedere anche quante porte e connessioni si aprono.



Approximation to the West è un invito al collezionismo aperto a tutti, una parte del poster è Free, scaricabile dal sito pronto per la stampa, ma per completarlo serve acquistare la parte mancante con certificato e numerazione dell'edizione. Mi raccontate come ha preso forma il progetto? 
Tecnicamente, il poster in vendita è un multiplo di un'opera di ATTW, ma il progetto di cui fa parte di chiama Cool People Pay Happily. Esso nasce come un ragionamento sul fatto che, in un momento in cui stiamo assistendo a un irrigidimento politico e al declino di certe posizioni democratiche in Occidente, buona parte del nostro linguaggio e delle nostre vite è farcita di termini e idee provenienti dal pensiero democratico: da Spotify ad Airbnb, un'intera economia si sta costruendo attorno a dei nuovi valori, quasi dei nuovi diritti dell'umanità (pensiamo ai progetti di Google per portare internet su tutto il globo). Per parlarne abbiamo creato un multiplo in 1000 esemplari della foto forse più nota di ATTW (Cossack boots, Arta Terme #003, 2013), in questo caso stampata su 16 fogli A4. È possibile scaricare gratuitamente dal nostro sito il poster, stamparlo a casa e appenderlo a parete. Le uniche due limitazioni sono la mancanza del certificato di autenticità - che non ne fa un'opera - e quella di uno dei 16 fogli. Quest'ultimo è acquistabile sul sito, viene spedito a casa e con esso viene recapitata l'autentica, che rende tutto il poster un'opera in tiratura di The Cool Couple.

A kind of display è una ricerca analitica sulla barba presentata alla 98ma collettiva della Fondazione BLM; come nasce l'idea di questo lavoro e come prende forma? 
AKOD nasce perché a un certo punto qualche anno fa ci siamo guardati attorno e tutti avevano la barba. Ci affascinava come nello stesso momento essa fosse uno status symbol in Occidente e in Medio Oriente, con significati totalmente opposti. Abbiamo allora deciso di impiegarla come cartina di tornasole, un trait-d'union per osservare diverse situazioni e ragionare sulla costruzione totalmente arbitraria di una serie di valori come la virilità, la saggezza, ma anche la misoginia, la xenofobia e altre forme di esclusione sociale. La forma di AKOD riprende e astrae un barber shop: dai busti 3D alle insegne retroilluminate, dalle tele da barbiere al barbiere che offre tagli "live". Le varie opere inoltre fanno ricorso a tecnologie o servizi a portata di tutti, che hanno un legame di vario tipo con la fotografia. Quest'ultima è stato il punto di partenza del progetto, non solo per la sua lunghissima vicinanza con gli studi di fisiognomica, ma anche per il fatto che gran parte dell'immaginario contemporaneo della barba circola su dispositivi pensati per la fotografia.

Al Mambo all'interno di That's IT avete esposto il vostro lavoro "Emozioni Mondiali", mi raccontate come nasce l'idea? come avete dato vita a questo torneo di calcio fra correnti artistiche? 
Emozioni Mondiali è un tentativo di mettere a confronto il sistema dell'arte e il mondo del calcio, perché nella collisione tra i due si possono mettere a fuoco dei temi piuttosto importanti anche al di fuori di questi due ambiti: in primis la condizione di imprenditore di se stesso in cui si trovano molti lavoratori nell'attuale contesto del capitalismo cognitivo, le problematiche di attribuzione di un valore a un'opera o un artista, la questione del gender e il ruolo che i videogiochi svolgono nel mantenere un'ideologia sostanzialmente maschilista, gli stereotipi del sistema dell'arte e via dicendo... Unire un momento ludico come quello fornito da PES2018 associandolo all'arte ci interessava anche perché forza le dinamiche di fruizione di un'opera e il contesto stesso della fruizione, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di liberazione del linguaggio dall'etichetta dell'arte - quella sorta di educazione per cui spesso ci si astiene da una vera critica di ciò che si fruisce. Il campionato di Emozioni Mondiali, con 20 squadre ciascuna rappresentanza di un periodo o movimento della storia dell'arte dal Rinascimento a Documenta 13, è realizzato sfruttando tutte le possibilità fornite da PES, un gioco che, al contrario di FIFA, ha sempre avuto una parte dei team e dei giocatori con nomi e divise di fantasia e ha lasciato, tramite una serie di opzioni di personalizzazione, i gamers liberi di fare quello che volevano: aggirare le mancanze del gioco ricreando le squadre originali oppure progettare formazioni che non esistono, da quella del campetto del quartiere a quella del giro degli amici del kebab. Potendo personalizzare l'aspetto dei giocatori, le loro caratteristiche, le divise e i loghi delle squadre, abbiamo cercato di ricreare al meglio tutti i 400 artisti inseriti nelle varie formazioni.

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