Shafei Xia, classe 1989 vive e lavora a Bologna dove crea opere giocose, provocatorie, erotiche e finemente curate. L’artista si autorappresenta spesso all'interno dei suoi lavori come una tigre, simbolo di forza istintiva e principio attivo nell’alchimia cinese, dando vita a un gioco di scambi ironici tra uomini e donne, e tra esseri umani e animali. di seguito l'intervista.
Chi è Shefei Xia e qual è il percorso che ti ha portato a diventare artista?
Quando ho ricevuto la tua email, ero appena uscita dal cinema. Una domenica mattina gelida, alle dieci e mezza. Ero a Bologna, ma anche a Manhattan, insieme a Woody Allen e Diane Keaton.
Woody è sdraiato sul divano e registra il suo interrogarsi sull’esistenza: “What makes life worth living?” E le risposte sono: la musica di George Gershwin, Louis Armstrong che canta Potato Head Blues, i quadri di Degas, Marlon Brando, Frank Sinatra, la torta di mele con il formaggio, il volto di una ragazza che si chiama Tracy.
Che cosa mi rende Shefei Xia? Penso che sia esattamente la stessa domanda. Come in un sogno: come sono arrivata, passo dopo passo, fino a qui? Ho tirato fuori i miei vecchi diari di più di dieci anni fa, cercando indizi in un mondo parallelo.
13 settembre 2014: Bisogna mangiare, bere, avere bellezza e talento. La vita non può darci tutto. Meglio guardare la luna e fare un bel sogno.
23 giugno 2014: Sono molto triste e affranta. Vado a dormire. … ansia…
19 luglio 2015: È la seconda alba che accolgo. È una sensazione terribile… qualcosa mi mette
Ah, “accogliere l’alba”. Una scena iconica anche in Manhattan: Woody e Diane seduti sulla panchina sotto il ponte di Brooklyn, nel momento prima del giorno, sospeso, morbido, eppure incredibilmente reale. Penso che proprio questa costellazione di infinite coincidenze lievi abbia lentamente costruito il senso duraturo della mia vita. Dentro queste coincidenze c’è Tagore: “Dai tuoi occhi che mi colpiscono di continuo, il mio dolore resta sempre fresco.” E c’è Márquez: “L’amore, qualunque cosa sia, è un dono. O ci nasci sapendolo, o non lo saprai mai.” E poi, al di là delle coincidenze, ci sono le mie esperienze irripetibili: tutta la mia passione per la vita, il modo in cui osservo il mondo.
La mia famiglia, gli amici, i sentimenti fugaci. I ragazzi che ho amato. Le passeggiate da sola lungo la Senna, con quella luna solitaria e le stelle sparse. La mia solitudine, la mia malinconia, la mia pace con me stessa.
Credo che il mio percorso sia una miscela di caso e necessità che mi ha condotta, lentamente, verso l’arte. Io sono, prima di tutto, una persona; poi una donna; e solo alla fine un’artista. L’essere umano è sempre il veicolo di tutta l’arte.
Nella tua pratica prendono forma istinti primordiali pulsanti attraverso opere dal tocco delicato ed ironico. Come prendono vita e come caratterizzano la tua ricerca?
La risposta è sempre la stessa: la mia passione totale per la vita, il mio modo di osservare il mondo e la mia ostinazione verso l’amore. Quando lavoro non penso troppo; è solo dopo, quando l’opera è finita, che guardandola entro in una riflessione profonda. È una connessione pura e immediata. Quando cammino per strada, sotto il sole o nell’ombra, sorrido agli sconosciuti, saluto ogni cane che incontro, osservo le case dei senzatetto con le scope e le scatole usate come armadi. Nei pomeriggi estivi di temporale e tuoni canto davanti all’albero vicino al mio studio. Dopo cena leggo poesie ai miei amici e, nei versi, mi sento risuonare con quei poeti grandi nello spirito. Non cerco una narrazione grandiosa.
Quello che voglio è la verità dell’istante: l’azione che scorre, il tumulto dell’anima.
Nel tuo lavoro gli animali (tigri, maiali, conigli) sono figure ricorrenti e simboliche. Puoi raccontare cosa rappresentano per te, sia a livello personale che poetico?
Sono una presenza di compagnia, qualcosa che ho creato per dialogare con me stessa: mi consolano, mi fanno arrabbiare e intristire, e allo stesso tempo mi rendono morbida e dolce.
Molte delle tue opere sembrano raccontare micro-mondi, come la “casa delle bambole”, nei quali confluiscono desideri, giocosi drammi e tensioni affettive. Quanto è importante per te costruire questi spazi immaginari?
Sto giocando con me stessa.
Credo di non essere coraggiosa: il coraggio è una qualità pericolosa e potente.
Non sono Che Guevara, e non sono nemmeno Hannah Arendt.
A volte il mondo reale è così ripetutamente crudele e vuoto,
e io finisco sempre per accettare tutto in modo passivo.
Quando voglio ribellarmi, quando voglio fuggire,
mi nascondo nel mio mondo,
dove almeno posso essere una volta la regina.
Allo stesso tempo, un’altra “me” salta fuori e diventa la spettatrice —
Spettatrice è anche il titolo di alcune mie opere.
So di essere fragile e ignorante,
ma quando divento spettatrice posso lasciare tutto fuori,
senza dover sostenere né partecipare.
È certamente una forma di fuga,
non necessariamente buona né cattiva.
Ma almeno in questa fase della mia vita,
voglio solo fuggire.
Foto Credit:
Shafei Xia, Same bed, different dreams, 2025, acquarello su carta di sandalo intelata-watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.118x135
Shafei Xia, Make warm, 2022, acquarello su carta di sandalo intelata/watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.143x153Shafei Xia, Furtivamente, 2022, acquarello su carta di sandalo intelata/watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.120x90
Shafei Xia, Your ship is not sailing, 2024, acquarello su carta di sandalo intelata-watercolor on sandal paper mounted on canvas, cm.166x120
Shafei Xia, Disconight, 2022, ceramica dipinta e smaltata_painted and glazed ceramic, cm.13xdiam.46
Shafei Xia, A dream, 2025, ceramica dipinta e smaltata-painted and glazed ceramic, cm.22x62x37 dimensioni dell’installazione-installation dimensions (XISH0235)
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