lunedì 11 dicembre 2017

Interview with Dario Maglionico

 Dario Maglionico, classe 1986, è artista figurativo. Le sue tele uniscono frammenti di momenti differenti in un unica immagini, non istantanea ma prolungata nel tempo. La riflessione dell'artista è legata al tempo, alla dimensione spaziale, all'apparenza dell'univocità dei soggetti. Di seguito con piacere vi propongo l'intervista con Dario.


Chi è Dario Maglionico? qual'è il percorso che ti ha portato a diventare artista?
Io, non tu né lui. La passione e la curiosità verso l’arte in generale e la pittura in particolare. Ho una formazione scientifica, dopo il liceo ho intrapreso il corso di laurea in Ingegneria. Conseguita la specializzazione ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla pittura.

La tua ricerca si esprime in un realismo imperfetto, nella sovrapposizioni di frammenti narrativi sequenziali che caratterizzano l'assenza-presenza del soggetto all'interno delle tue tele. Mi puoi raccontare come avviene questo processo? qual'è l'esigenza narrativa e il percorso?
Mi interessa la percezione, la soggettività dello spazio e del tempo. Tratto la quotidianità e rifletto sull’identità, sulla coincidenza tra ciò che esperiamo e ciò che siamo. Amo dipingere. Ritraggo interni domestici. La casa, come l’Io cosciente, cela spesso zone e spazi oscuri che mi piace indagare. La mia pratica pittorica è continua, ogni lavoro ha la sua storia, mi pone nuove domande, mi porta a nuove scelte e a confermarne altre.

Il tempo e lo spazio rappresentano i tuoi lavori, unisci differenti momenti sovrapponendoli e collocandoli nel medesimo quadro; le immagini diventano la narrazione di un azione, di un sentimento che si stà compiendo nella scena. Come avviene questo processo e come scegli di raccontarlo?
Ogni esistenza è la somma di infiniti momenti che sommati ci restituiscono la nostra identità, influenzata da come l’abbiamo percepita. Dipingendo provo a giocare con il tempo e lo spazio. Cerco di fermare sulla tela quell’eterno presente in cui siamo tutto ciò che siamo stati. Non scelgo momenti significativi. A volte mi piace sconvolgere la quotidianità, alterarla, solo per ripensare ad un’alternativa.


WHEN I AM, I WAS. è la tua personale presso Apart Spazio Critico, mi puoi raccontare delle mostra?
Come scrive la curatrice della mostra, Sharon Di Carlo: “Il titolo rimanda ad una duplice compresenza temporale … ad una lentezza ed opacità di ricordo, alla dilatazione e sospensione del movimento nello spazio”. In mostra abbiamo deciso di esporre una selezione di lavori degli ultimi due anni ed alcune tele inedite realizzate appositamente per la mostra.

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