venerdì 20 settembre 2013

Peter Non _ Interview with Silvia Lo Giudice e Massimo Pasqualon


Peter Non richiama nel nome il termine greco "petros", pietra, e Non per le origini venete. La Non-Shoe la cui caratteristica è il comfort nella calzata è evoluta nel tempo attraverso una ricerca per materiali e forme. Gli scatti dal titolo "Gravity Distortion and Time Displacement" racchiudono l'essenza della collezione invernale, immortalando l'attimo, un secondo protratto nel tempo che racchiude l'essenza della non-shoe. Silvia e Massimo mi raccontano collezione fall/winter 2013 in vendita nel nuovo e-commerce e la collezione spring/summer 2014 in preview al White.




-Come nasce Peter Non? E quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il brand?
Peter Non nasce da un viaggio di tre mesi in Asia, una vera e propria pausa sabbatica dai precedenti lavori, che ci ha permesso di svuotare la mente e di ripartire con una prospettiva e una visione completamente diversa delle cose.
Durante il nostro viaggio, osservando una calzatura tipicamente comfort (senza fare nomi), abbiamo pensato a quanto questo tipo di prodotto sia molto valido dal punto di vista della salute e della postura del piede, e a quanto sia altrettanto carente nello stile, nei materiali e nell'innovazione.
Ed ecco l'idea: creare una calzatura comoda, con tutte le carte in regola per essere anche originale e cool.

- L’idea si trasforma in un prototipo di scarpa, da quel momento a quando nasce la prima collezione cos’è successo? Come avete proseguito con la scelta dei modelli, dei pellami, delle suole?
La prima collezione era un puro esercizio tecnico per la creazione di nuovi volumi che potessero snellire e ammodernare le forme tipiche delle calzature comfort. Una volta rifinita la componente funzionale con la seconda collezione abbiamo cominciato a esplorare materiali non tipici del mondo della calzatura.
Ci piacciono materiali naturali e dall'aspetto materico, rafie, lini, intrecci di cotone e pelle, uncinetti di lane realizzati a mano; amiamo le segnature e i difetti della pelle, che spesso raccontano delle storie; ci piace fare ricerca nei tessuti lavorati con telai antichi e artigianali.
Per quello che riguarda la suola abbiamo deciso di utilizzare Vibram a garanzia di qualità e resistenza del prodotto.

-Le collaborazioni con il territorio contraddistinguono il vostro brand, Renata Bonfanti, 10A, Candiani e l’ultima con Lucio Vanotti; come nascono e cosa significano per Peter Non?
Crediamo che la collaborazione tra realtà diverse sia un rapporto simbiotico che porta alla crescita di entrambe le parti. L'Italia è un terreno fertile per attuare questo tipo di attività. Le persone con cui ci interfacciamo sono sempre super propositive nello sperimentare nuove cose. A volte noi affidiamo il design dei nostri modelli a realtà esterne, come nel caso delle collaborazioni con Lucio Vanotti e 10A, altre volte sono i fornitori  che ci danno l'opportunità di utilizzare il loro know how all'interno delle nostre collezioni, realizzando per esempio dei tessuti su misura.

-La collezione fall/winter 2013-2014, fra poco uscirà nei negozi: presenta volumi importanti, materiai esclusivi, lavorati a mano ed è un’evoluzione rispetto alle collezioni precedenti. Come definireste questa collezione? Cosa la contraddistingue e come mai avete fatto determinate scelte?

Modificare punti di vista, traslare processi produttivi da ambiti non direttamente coerenti, trasmettere dettagli e lavorazioni nello spazio e nel tempo, applicare proprietà funzionali a contesti emozionali, rovesciare la visione delle cose, scavare oltre la superficie.
La collezione Peter Non FW13 è il risultato di questo percorso di ricerca.
Nuovi modelli e nuovi fondi (suole), realizzati in materiali ricchi di pattern e motivi di percezione non sempre immediata. Pelli invecchiate, texturizzate e materiali tecnici all’avanguardia per resistenza e traspirabilità.
Lana grezza lavorata ad uncinetto ai piedi del monte Atlas e conce vegetali innovative e sostenibili.

-La spring/summer 2014 è incentrata sul numero 8, tutto ruota attorno alla simbologia e al significato del numero. Potete spiegare brevemente come mai avete scelto questo numero e come lo si ritrova nella collezione?
8 è un numero con una forte componente magica, ma lo abbiamo scelto soprattutto perchè rappresenta il simbolo dell'infinito e dell'equilibrio cosmico.
Con questa collezione sentiamo di avere fatto veramente un grosso step avanti sia nella lavorazione dei materiali, sia nei nuovi modelli proposti.

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